I disegnatori della fanzine in dialogo con i Carteles de Cine cubani

MUSAS, 1-30 giugno 2024

Basito Libre. I disegnatori della fanzine in dialogo con i Carteles de Cine cubani

Un progetto espositivo di collettivo Basito
In collaborazione con Focus – Fondazione Culture Santarcangelo
Curatrice Arianna Bargellini
Inserito nel programma di “Biennale del Disegno Rimini – Circuito di Rete”

Orari di apertura
venerdì, sabato e festivi | 16.00 – 20.00
domenica | 10.00 – 13.00 e 16.00 – 20.00

Una storia d’arte fuori controllo, di varchi di confine, di sbarchi su altre terre. Le chiusure creano desideri, le restrizioni danno nome alla libertà.
Anni ’60, a Cuba rivoluzione ed embargo: i carteles de cine ridisegnano i film d’autore di tutto il mondo.

Apre le pagine nel lockdown pandemico del 2021 a Rimini la fanzine Basito, come un canto rivoluzionario di artisti e scrittori. Pagine come un mazzo di asparagi selvatici, fogli indipendenti, che rifuggono il punto metallico, lo spazio di uno scambio.

La Biennale del Disegno 2024 prende i panni dell’ICAIC cubano (Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematográficos) in una chiamata agli artisti di Basito che allarga le maglie di un dialogo fuori tempo con i carteles de cine e con pellicole di un culto personale.
Se la fotografia affinava la réclame dei manifesti originali in una vetrina dei volti più noti del cinema, i carteles de cine combattono la carta con il segno grafico, lasciando rapprendere un sentire essenziale, un carotaggio. La dolce vita di Fellini non è il ballo suadente tra gli sguardi di Anita e Marcello, nel blu rosso e giallo della logica del mercato, ma due occhi neri scarnificati che dicono il vuoto di un’esistenza.

Nella lingua e nei colori di questa libertà, che è un patto di verità tra arte e società, parla la fanzine Basito, ideata da Massimo Modula, e la nuova costola del progetto, che sperimenta per gli artisti terreni impercorsi. L’annuncio pubblicitario dei film diventa asincrono all’uscita e ne conquista il fatto di un gesto di pura arte. La libertà sconfina oltre l’azione di traduzione della pellicola, in questo esperimento di effetti collaterali, e rovescia un liquido, acido o nostalgico, che porta a galla un ricordo. Quel liquido è il “caffè buono” di Tarantino che si versa sul manifesto di Simone Genghini, in concrezioni di pixel; ci porta nella polpa popolare, nel pop di Pulp Fiction, detto dal balloon di un meme.

La moglie del soldato dimentica l’effetto pulp della locandina originale e nelle mani di Massimo Modula sono le forbici di un taglio di capelli l’arma più forte, che racconta l’intimistico “cosa sei disposta/o a fare per me?”.

L’Ottobre rosso di Giuseppe Fogli è tatanka, il bisonte sacro oggetto di un rito di caccia dei nativi americani nella vasta prateria di un Mar dei Sargassi.

Il colonnato di San Pietro da abbraccio plenario della Chiesa si trasforma, nell’Udienza di Marco Ferreri, vista da Riccardo Maneglia, in un’onnipotente morsa a tenaglia che atterrisce.

I manifesti, come le pagine di Basito, cercano la strada e accendono un desiderio di visione che incontra la comunità sulle porte del Supercinema di Santarcangelo.

Sbatte un fiato di anticorpi sui fogli di Basito, sale una febbre che corre nella città, ne tasta il polso.

Se il progetto tedesco di Atlantropa negli Anni Venti abbassava in maniera vertiginosa il livello del Mediterraneo per produrre enormi quantità di energia idroelettrica, Samuele Grassi riconsegna il potere alla natura e sommerge Rimini delle acque di Pantalassa, infestate da paganelli giurassici che tiranneggiano la città.
L’ambiente è generatore di pensieri per Basito: il numero uno e gli speciali Coltiva-ti e Fluviale stanno densi in acque di macerazione, come canapa, del “tutto scorre”, di vita.

Ricky Cardelli entra in una scena sonora che esplode in Nuclear war di Sun Ra. Rimbombano come un mantra di Basito le parole dell’artista jazz: “Mi piacciono tutti i suoni che sconvolgono le persone, perché sono troppo soddisfatte di sé”.

Il “bel disegnino sull’ambiente” che la maestra chiede a Robertino (Roberto Ballestracci) mette in moto un flusso di coscienza che passa per “il pellicano implume affogato nel bitume” e non può che dar vita allo stereotipo “fiore”.

Raymond Solfanelli regala un’ilare ed edificante revisione storica della vittoria di Annibale, grazie allo stratagemma del “fumo”, nella gloriosa Battaglia di Canne.

Marica Maggiotti affronta una mutazione ornitologica, quasi una fiaba d’ipertricosi di Lavinia Fontana. E per un’innata capacità aerostatica il brutto anatroccolo di Francesco Bocchini sopravvive al “Nascere con delle caratteristiche non chiare”.

Rimini è la provincia di un libro game: i dinosauri addomesticati da Magic Voice di Ilarius, il festival di High Valmarecchia nei campi di cipolle di Maiolo annunciato dagli Useless Poster di Reg Mastice, la Morciano di Kipp punk (Chiara Fanelli) che si smonta come un set di cartone di una scenografia da B-movie.

Il passo femminile si fa inverecondo, castigato in camere d’isolamento casalingo, con Sabrina Foschini che svela “Quando sono nuda”, nelle immaginette porno-romantiche e propiziatorie di Antonella Piroli.

Massimo Modula conia la moneta dello scambio di Basito con la comunità e ne ritrae le effigi. Il Sommo Poeta apre il numero zero, nell’anno dantesco, con un verso emblematico alla domanda idealmente suggerita dalla fanzine: “Ascende o discende?” “Boh”.

Una donna, Sister Rosetta, è consacrata madre del rock’n’roll nello speciale Glory Days. Un fortunato Al Pacino scivola da Scarface sul numero due, scoprendo con disappunto cosa si nasconde sotto la neve immacolata.

Hanno affondato le loro visioni in Basito: Sergio Algozzino, Lucia Baldini, Roberto Ballestracci, Maurizio Battaglia, Yuri Bernabini, Ugo Bertotti, Heriz Bhody Anam, Francesco Bocchini, Manuel Bongiorni, Stefano Bruscolini, Maurizio Campidelli, Riccardo Cardelli, Filippo Cesari, Daniela Costantini, Vittorio D’Augusta, Davide Fabbri, Chiara Fanelli, Francesco Ferranti, Giuseppe Fogli, Jacopo Forconi, Sabrina Foschini, Simone Genghini, Umberto Giovannini, Samuele Grassi, Luca Grossi, Federico Guerri, Ilarius, Ermanno Labianca, Lady Vanilla, Daniele Maggioli, Marica Maggiotti, Riccardo Maneglia, Giovanni Marchese, Maria Medea, Denis Medri, Angelo Mennillo, Massimo Modula, Gianluca Morozzi, Mozone, Antonella Piroli, Franco Pozzi, Massimo Pulini, Reg Mastice, Francesco Resca, Paola Russo, Andrea Soleri, Raymond Solfanelli, Carmine Deep Stellaccio.